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Bolt Feeder e In-Line Feeder, tecniche a confronto in fiume Serio (di m@uri)
Il fiume Serio sara’ il nostro fiume, per testare due tipologie di pasturatori ,del tipo “bolt” ed “in line”.
In questo tratto il fiume in questione ,fortunatamente è ancora fortemente popolato di pesce autoctono, cavedani, pighi e barbi nostrani savette , scorre tranquillo in un alveo prevalentemente argilloso; ma cosparso al centro di alcune lingue di ghiaia costantemente tenute pulita dalla corrente e che risultano fondamentali per i letti di riproduzione di questi pesci.
Il livello di profondità di questo tratto del Serio non è molto elevato, ma la corrente del fiume nella sua costante opera d’erosione ha formato in più punti dei dislivelli varianti fra due e tre metri circa. L’individuazione di queste “vene” d’acqua più profonde è fondamentale ai fini della pesca a legering, soprattutto gli “scalini” naturali del letto del fiume, che degradando rapidamente dal sottosponda verso il centro del fiume, offrono un habitat ideale ed una sicura dimora ai pesci di grossa taglia.
E’utile sapere che ci troviamo all’interno del parco regionale del Serio, quindi é assolutamente vietato muoversi all’interno di esso con l’auto. Pertanto, al fine di non incorrere in spiacevoli discussioni con la polizia locale ed eventuali sanzioni da parte delle varie autorità di controllo, è consigliabile lasciare la macchina parcheggiata al di fuori del parco, e munirsi di un carrellino per trasportare l’attrezzatura in modo agevole fino alla postazione di pesca prescelta.
Io ed i miei soci di pesca Marco e Paolo; che grazie alle indicazioni di Giancarlo, un nostro carissimo amico e profondo conoscitore di questo tratto di fiume, siamo certi di aver scelto uno “spot” di sicura resa,minimizzando così il rischio di un magro cestino, che purtroppo, incombe sempre sulle trasferte di pesca “al buio”.
Infatti grazie alle “dritte” ricevute da Giancarlo si sono dimostrate azzeccate, e il tratto di Serio, oggetto della nostra battuta di pesca, si è mostrato assai generoso, con un computo, a fine giornata, di parecchie catture di qualità, comprendenti cavedani, pighi, barbi nostrani, e una bellissima tinca, portati felicemente a guadino e subito rilasciati dopo le foto di rito.
Inizialmente, abbiamo deciso di cominciare a pescare con canne ad azione media da 13’ (mt.3,97), ma durante l’arco della giornata abbiamo poi optato per modelli più corti da 12’ ( mt.3,66 ). Tale decisione è stata la logica conseguenza dell’individuazione dello scalino del fondo più prodigo di abboccate ad una quindicina di metri dalla riva, quindi la scelta di modelli più adatti ad una pesca a corto raggio ci ha fatto beneficiare sia della loro maggior sensibilità nel segnalare le tocche, sia della loro azione leggermente più morbida, in grado di aumentare il divertimento nelle fasi di combattimento, per stancare il pesce e portarlo a guadino.
Prima di iniziare a pescare, osservando la corrente, Marco, e Paolo hanno deciso di mettere in lenza dei feeder (pasturatori) da gr. 30 con montatura “bolt”; così, giusto per provare un differente approccio, ho deciso di usare una montatura “in line”.
Per miglior comprensione delle nostre scelte, penso sia utile andare per gradi, illustrandovi innanzitutto le due montature.

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foto 1) pasturatori in line (varie grammature); foto 2) particolare elastico ammortizzatore su montatura in line abbassa le possibilta' di rottura in caso di utilizzo di finali diametralmente piccoli; foto 3) montatura in bolt con antitangle in "treccia" powergum;foto 4) anche la treccia in powergum oltre a servire come antitangle,grazie al materiale elastico della sua struttura ammortizza le testate dei pesci,diminuendo di fatto lo stress in fase di combattimento del finale.
La montatura “bolt” non è altro che il canonico attacco del “feeder” a pendolo alla lenza madre, quello che il 99% dei pescatori a ledgering utilizzano; diverse sono invece le modalità di collegamento del pasturatore alla madre lenza, di cui qui citerò le due più in uso: il popolarissimo attacco in plastica, e il basso di lenza in Powergum.
Attacco in plastica (o “antitangle”)
Si tratta di un tubetto in plastica rigida o morbida, usato anche nel “carp fishing”.
Per il “ledgering”, la sua lunghezza varia dai 10 ai 20 centimetri, e alla sua sommità è applicata un perlina con un moschettone a cui si aggancia il pasturatore. Vista la deriva rigida dell’accessorio, la probabilità di ingarbugliare durante la fase del lancio si riduce minimi termini.
rapidità e facilità di montaggio
ottime caratteristiche antigroviglio
poca precisione nella fase di lancio, in quanto il feeder non’è perfettamente equilibrato sulla lenza madre, deviandone spesso la sua traettoria, specialmente utilizzando pasturatori leggeri.
la rigidità del tubetto interferisce sulla sensibilità della lenza madre riducendo la visibilità delle piccole tocche sul “quiver tip” (vettino della canna di tipo a innesto a baionetta)
durante il recupero di pesci dalla bocca delicata (vedi savette e pighi) il “feeder”, sollecitato dalle puntate del pesce, non potendo scaricare le scosse sull’”antitangle” rigido, agisce da contrappeso, aumentando le slamature, specialmente se si utilizzano ami piccoli.
Powergum
Il Powergum è un filo elasticizzato con carichi di rottura e diametri calibrati. La sua elasticità è direttamente proporzionale al suo diametro e carico di rottura (solitamente espresso in libbre); quindi non lo si deve confondere con i normali elastici da roubaisienne.
Nei negozi se ne possono trovare di diverso carico di rottura e di svariate marche; solitamente per la pesca a ledgering medio leggero si utilizzano elastici in Powergum da sei, massimo otto libbre.
Grazie alla sua elasticità e morbidezza, l’attacco in Powergum si propone sul fondo in modo sinuoso adattandosi alla corrente e presentando l’esca in modo molto naturale e invitante.
Precisione in fase di lancio in quanto non destabilizza la traettoria del feeder
Bassa percentuale di slamature perché il powergum in fase di combattimento assorbe le vibrazioni del feeder
Utilizzo di finali capillari: il powergum funge anche da ammortizzatore riducendo così lo stress che il pesce esercita sul finale.
Buone proprietà antigroviglio (se ben costruito).
Ottima tenuta in corrente
Se non ben posto in lenza, la stessa può soffrire di fastidiosi garbugli:
Può costituire un peso aggiuntivo che, per quanto apparentemente minimo, in acque lente e con pesci sospettosi, può influire negativamente sulla percezione e sullo sviluppo dell’abboccata.
Montatura “in line”
Essenziale e facile da montare. Non si deve far altro che passare la lenza madre nel tubicino che attraversa il corpo del “feeder”. Fino a poco tempo fa, i pasturatori “in line” si dovevano costruire artigianalmente, modificando quelli già esistenti progettati per la pesca “in bolt”.
Per fortuna, recentemente, molte case costruttrici hanno capito la validità del pasturatore in linea, ed ora sul mercato se ne possono trovare un discreto numero di modelli.
Precisione nel lancio Ottima sensibilità sulle tocche: la lenza madre, scorrendo all’interno del feeder, non crea attriti con esso, pertanto quando il pesce assaggia l’esca, non avverte il peso del pasturatore e in molti casi questo fattore può fare la differenza.
Buona tenuta in corrente
Vibrazioni del “feeder” meno accentuate in fase di combattimento: essendo il “feeder” in asse con la madre lenza, le vibrazioni vi si distribuiscono, abbassando le probabilità di negativa ripercussione sul terminale e conseguente slamatura del pesce.
Ottimo “antitangle” (antigarbugli). Si possono così effettuare lunghi lanci per la ricerca del pesce, utilizzando finali particolarmente lunghi e sottili. Le probabilità di ingarbugliare la lenza sono davvero molto basse.
La non intercambiabilità del “feeder”: bisogna tagliare la lenza ogni volta che si decide di cambiare la grammatura del pasturatore.
A conclusione della giornata di pesca, la valutazione sulla maggior resa di un tipo di montatura rispetto all’altra, anche grazie alla generosità del tratto di fiume nel garantirci un cospicuo numero
di catture, ci ha fatto propendere per un pareggio.
Forse l’unica nota di merito a favore del pasturatore “in line” è da attribuirsi alla sua maggior dote di feeder da ricerca, messa in risalto nelle ore più calde della giornata durante le quali la frenesia alimentare del pesce era notevolmente diminuita, rendendo gli esemplari più grossi assai più sospettosi.
“In line”, e “Bolt”, due variabili della pesca a ledgering , in grado di sfatare ulteriormente il luogo comune di molti pescatori, che abbinano questa tecnica di pesca ad una classica e statica pesca di fondo…se poi proprio non ci credete… non vi resta che metterle alla prova!
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