Ciprinide reofilo legato ad acque limpide, ossigenate, a corrente vivace e fondo ghiaioso o sabbioso. L'habitat di questa specie è talmente tipico da essere comunemente indicato come “zona del barbo”.
La specie ha comunque una discreta flessibilità di adattamento, nei fiumi più grandi può spingersi notevolmente a monte, fino a sconfinare nella “zona dei salmonidi” e “del temolo”, mentre a valle si rinviene anche in acque moderatamente torbide, purché ben ossigenate, Il barbo italico si raggruppa in branchi ed ama condividere il proprio habitat con altri ciprinidi reofi li quali soprattutto la lasca (in tutto il corso dell'Adda quasi estinta), il cavedano, l'alborella, la savetta e il vairone.
La specie ha abitudini fotofobe e tende ad essere più attiva nelle ore crepuscolari ,grazie al ricco corredo di terminazioni sensoriali poste nelle labbra e nei barbigli è perfettamente in grado di ricercare il cibo anche di notte.
Si trattiene volentieri al di sotto dei salti d'acqua che, specie, nel periodo della frega, è capace di risalire con grandi guizzi, ama le pescaie, i tratti rocciosi dei fiumi ed i sottoriva accidentati e presso i piloni dei ponti si raduna in branchi numericamente consistenti.
Specie dall'ampio spettro alimentare, si nutre in prevalenza di invertebrati bentonici che ricerca grufolando sul fondo sollevando i sedimenti con il muso. Gli individui più grandi, che hanno abitudini solitarie, possono divenire ittiofagi.
La maturità sessuale è raggiunta dopo 3 o 4 anni. La femmina fi ssa le uova sulle pietre del fondo, quasi sempre dove l'acqua è più profonda e dove le correnti sono forti. Ogni femmina produce circa 8.000 - 9.000 uova per chilo di peso. Le uova sono giallastre ed adesive, dal diametro di 2,5 - 3 mm. A 16°C la schiusa avviene in circa 8 giorni.
Le uova del barbo sono tossiche per l'uomo.
Le femmine presentano un accrescimento leggermente superiore a quello dei maschi,gli esemplari di maggiori dimensioni raggiungono i 75 cm di lunghezza per 4 kg di peso con un'età massima di 8 anni.
Pesce resistente e di discreta valenza ecologica, pur risultando in diminuzione un po' ovunque può considerarsi ancora relativamente abbondante in molti corsi d'acqua tra i quali l'Adda.
Risente negativamente degli interventi antropici che modifi cano il fondale come i prelievi di ghiaia e i lavaggi di sabbia che alterano i substrati riproduttivi; ciò ha determinato la contrazione di numerose popolazioni.
In più, la fortissima proliferazione di Barbus barbus e la presenza del siluro stanno mettendo in grave pericolo la sopravvivenza della specie autoctona, Il barbo europeo è il diretto competitore alimentare vincente nei confronti della specie italica. Inoltre, fenomeni di ibridazione minacciano la purezza dei ceppi genetici.
Corpo slanciato e robusto, fusiforme ( ma piu’ tozzo e arcuato rispetto al Barbus barbus), ventrale meno arcuato rispetto al dorsale, e moderatamente compresso nella regione caudale.
Sezioni trasversali del corpo ovali, quasi circolari. Testa è allungata, con muso appuntito. Occhio piccolo, di diametro nettamente inferiore alla lunghezza del muso. Bocca infera, protrattile, con mascella superiore prominente circondata da spesse labbra.
Il labbro inferiore è carnoso, con lobo mediano marcato.
Sono presenti due paia di barbigli, il più corto situato lateralmente alla porzione anteriore del labbro superiore, il più lungo agli angoli della bocca. Squame cicloidi relativamente piccole, solidamente impiantate nel derma e quasi impercettibili al tatto.
Linea laterale ad andamento quasi orizzontale.
Denti faringei triseriati ed uncinati. Origine della pinna dorsale allineata o leggermente spostata in avanti rispetto alla corrispondenza con quella delle pinne ventrali.
Ultimo raggio indiviso della pinna dorsale moderatamente ossificato e finemente dentellato sul margine posteriore. Negli individui giovani questo raggio è dentellato per circa metà lunghezza, mentre in quelli più anziani la dentellatura occupa soltanto un terzo della lunghezza del raggio,la dentellatura è più marcata negli individui giovani e tende a ridursi con la crescita.
Quando è presente, la dentellatura presenta da 24 a 26 denti, distribuiti in numero di 2-4 per mm.
La pinna anale, piegata all'indietro, non arriva alla base della caudale. Colorazione del dorso bruno scuro o bruno verdastro. Fianchi sono giallastri o dello stesso colore del dorso, progressivamente più chiari dal dorso al ventre. Superficie ventrale bianca o bianco giallastra.
Pinne translucide, di colore grigio verdastre, bruno giallastre o bruno verdastre, con sfumature aranciate o rosse particolarmente marcate nel periodo di frega. Pinne dorsale e caudale con punteggiatura nerastra più o meno intensa. In alcuni individui si fanno particolarmente accentuate le tonalità dorate.
La specie presenta notevoli variazioni di colore in relazione all'ambiente: in generale gli individui che vivono nelle acque limpide dei laghi e dei fiumi di "risorgive" hanno dorso azzurrognolo, ventre argenteo e pinne giallastre, mentre quelli che abitano laghi e fiumi con acque meno trasparenti e spesso limacciose presentano dorso verdastro, ventre giallastro e pinne rossastre.
Corpo slanciato a sezione ovale moderatamente compressa lateralmente. Bocca ventrale con 4 barbigli sul labbro superiore. Labbro inferiore spesso, con lobo mediano rigonfio.
Profilo ventrale quasi rettilineo, dorso appena arcuato.
Pinna dorsale con bordo posteriore concavo.
Ultimo raggio spinoso della pinna dorsale dentellato su tutto il bordo posteriore, con porzione flessibile estesa dal 20 al 40% della sua lunghezza.
Squame cicloidi relativamente piccole, saldamente inserite nel derma. Squame del dorso con da 1 a 5 crete epiteliali longitudinali. Da 12 a 14 file di squame tra l'origine della pinna dorsale e la linea laterale. Colorazione del dorso variabile da bruno verde a verde nerastro più o meno scuro.
Fianchi di colore progressivamente più chiaro, fino ventre bianco o bianco giallastro. Sulle parti superiori ed i fianchi è diffusa una fitta puntinatura scura.
Pinne ialine, giallastre o grigio verdastre, possono presentare alcune macchie scure, più frequenti sulla dorsale, l'anale e la caudale.
Tranne la dorsale, tutte le pinne presentano sfumature di tonalità rossastra che aumenta di intensità in corrispondenza del margine esterno.
Malgrado le semine periodiche di avannotti di B. plebejus la presenza di questo pesce nel Parco Adda Nord ed e' in preoccupante calo.
In tutto il territorio italiano esistono misure minime, zone di protezione e periodi di divieto.
Nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources) la specie è classificata a preoccupazione minima.